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HASHISH: SEMPLICI TECNICHE PER ESTRATTI HOMEMADE



CHE COS'E' L'HASHISH?

L’hashish è un concentrato con origini antiche. Per le popolazioni arabe è sicuramente una tradizione millenaria ed uno dei primi riferimenti a questa sostanza lo possiamo trovare nella raccolta di novelle “ Le Mille e Una Notte”.

L’hashish afgano e l’hashish marocchino sono famosi per la loro eccellente qualità in Europa e nel resto del mondo. Ancora oggi il turismo legato a questo derivato della cannabis è una fonte di guadagno per i paesi mediorientali, nonostante la legge consideri l’esportazione e la vendita una pratica illegale.

Dalla separazione dei tricomi presenti sulle infiorescenze, i rami e le foglie è possibile ottenere diversi composti: hashish, rosin, Charas, shatter.. la lista è sicuramente variegata ed anche se la materia prima utilizzata è sempre la stessa , i metodi con cui viene estratta ne determinano il sapore, l’aroma e la consistenza.

E’ possibile separare le escrescenze resinose dalla materia vegetale attraverso procedimenti meccanici come lo sfregamento e la battitura, oppure attraverso l’utilizzo di solventi come l’alcool o il gas butano. In questa guida abbiamo volutamente escluso i metodi più rischiosi che richiedono l’utilizzo di solventi chimici perchè oltre ad essere nocivi per il consumatore se non completamente eliminati dal composto, le procedure per utilizzarli possono causare incendi ed esplosioni.

COME SI OTTIENE IL KIEF?

Per l’estrazione si possono utilizzare piante “vive” o piante essicate . Dal materiale vegetale precedentemente disidratato si ricava una polverina dorata che corrisponde all’ accumulo che troviamo sul fondo del grinder dopo aver spezzettato le infiorescenze.

Il termine esatto è “ Kief ”. Il Kief viene pressato ed attraverso il calore trasformato in hashish. Questo metodo viene utilizzato per la preparazione dell’ hash marocchino.

Dallo sfregamento delle piante fresche si ottiene invece un composto più scuro e resinoso, tecnica di uso comune nelle zone dell’India e del Nepal. I metodi elencati di seguito sono molto semplici e alla portata di tutti. Essendo l’hashish un estratto di cannabinoidi e terpeni , più è elevata la qualità del materiale di partenza migliore sarà la qualità del concentrato.

RECUPERARE GLI SCARTI POST RACCOLTO

Durante la raccolta delle infiorescenze e mentre eliminato il fogliame che le circonda, le ghiandole resinose si depositeranno sulle mani e sulla superficie degli strumenti che utilizziamo formando una pellicola scura e resinosa. Anche se questo non è un vero e proprio metodo d’estrazione, potete ottenere dell’hashish come prodotto di scarto durante la pulizia delle cime. E’ sufficiente raschiare il composto per avere una piccola quantità di fumo pronta all'utilizzo.


CHARAS

Questa tecnica racchiude il fascino della tradizione ed è in assoluto la più rudimentale. Il Charas è il composto scuro e appiccicoso tipicamente prodotto in India e tra le catene montuose del Nepal.

Il principio è simile a quello spiegato nel recupero degli scarti, solo che in questo caso la trasformazione della resina in fumo è intenzionale.

Bisogna appoggiare tra i palmi la cima della pianta scorrendo dall’alto verso il basso tutte le infiorescenze. Questo vi permetterà di raccogliere anche la parte di resina presente all’interno dei fiori. Nel contempo sfregate energicamente e con moto circolare. Eseguite questa operazione ripetutamente fino a che la maggior parte dei tricomi si sarà distaccata. In fine raschiate con un coltellino la pellicola presente sui palmi delle mani e dategli la forma che volete.

Purtroppo le cime vengono rovinate dallo sfregamento ed una parte del prodotto finale rimarrà inevitabilmente attaccata sulla pelle e tra le infiorescenze , generando una perdita consistente.


ROSIN CON PIASTRA PER CAPELLI

Il rosin è un concetrato di cannabis e come tutti i concentrati possiede effetti particolarmente potenti se paragonato ai tradizionali metodi d'estrazione. Si presenta con un colore giallo-ambrato ed una consistenza viscosa , risultando appiccicoso al tatto. A differenza di estratti come il BHO (Butan-Hash-Oil) questo metodo non richiede l'utilizzo di solventi ma permette comunque di estrarre una resina particolarmente pura.

Il procedimento è davvero molto semplice e richiede non più di 10 minuti per essere portato a termine. Avrete bisogno di una piastra per capelli , carta da forno ed infiorescenze possibilmente di piccole dimensioni.

  • Preriscaldate la piastra per capelli a 170-180 gradi.

  • Piegate a metà la carta da forno e posizionate al centro la cannabis.

  • Schiacciate tra le piastre roventi la vostra erba per 2-3 secondi. La colorazione della resina deve avere una tonalità tendente al giallo.

  • Ripetete il procedimento con la stessa materia vegetale in un altro lempo della carta da forno in modo da estrarre tutta la resina, facendo attenzione a non bruciare quella che avete già ricavato.


SETACCIATURA A SECCO E TRASFORMAZIONE DEL KIEF

Questo metodo richiede l’essicatura delle piante per l’estrazione del “kief”. In Marocco si utilizza questo procedimento per ottenere la polverina sabbiosa che viene poi pressata e trasformata nelle classiche panette rettangolari.

Una volta essiccata la materia vegetale potete tenerla nel freezer per qualche ora. In questo modo agevolerete il distacco dei tricomi.

Avrete bisogno di una rete da serigrafia. In commercio esistono reti con diverse grandezze dei fori; l’unità di misura per la dimensione è espressa in micron e più grande è il foro, più impurità passeranno attraverso il setaccio. Chiaramente la purezza del composto diminuisce ma permetterà di estrarre una quantità maggiore di “kief”.

Il procedimento è abbastanza semplice. Richiede solo un po’ di pazienza.

  • Posizionate il setaccio sopra un contenitore ampio e con il fondo piano.

  • Prendete la cannabis dal frezeer e disponetela sopra la rete da serigrafia.

  • Scuotete o strofinate delicatamente la cannabis, evitando di forzare il passaggio del materiale vegetale attraverso i fori. Ripete questo passaggio fino a che i tricomi smetteranno di cadere dentro il contenitore.

Una volta raccolto tutto il Kief dovrà essere trasformato in vero e proprio hashish. Per questo passaggio sono necessari pressione e calore, e del cellophane per alimenti.

  • Disponete il kief nella pressa , avvolgendolo con il cellophane per alimenti.

  • Compatatte il più possibile il composto in modo da concentrare tutta la polverina nella pellicola e dargli una forma.

  • Avvolgete con più strati e ricoprite il tutto con della carta bagnata.

A questo punto l’hashish dovrebbe aver assunto una consistenza più solida ed è sufficiente cuocerlo affinché acquisti i classici sapori del fumo. Potete cuocerlo fino a 170° in forno, per al massimo 10 minuti, donandogli una consistenza morbida e filamentosa. In base ai tempi ed alle modalità di cottura , il prodotto finale può variare nell’aspetto e nel gusto.


TRASFORMAZIONE DEL KIEF: UN METODO HOMEMADE


Se non disponete di una quantità di Kief per caricare una pressa o non sapete dove acquistarne una, vi proponiamo un metodo spartano per trasformare la vostra preziosa polverina. Come già detto, abbiamo bisogno di pressione e calore.




  • Prendete una bustina di plastica e mettete a scaldare una pentola con dell’acqua , portandola ad ebollizione.

  • Riempite la bustina con il Kief ed adagiatelo sul fondo, scuotendola delicatamente. Successivamente pressatelo ripiegando la busta a metà

  • Riempite un bicchiere con acqua bollente e posizionatelo sopra alla busta di plastica. Mantenete il bicchiere caldo per 2/3 minuti sopra ogni lato.

Lasciate raffreddare per qualche minuto ed il vostro hashish sarà pronto per essere consumato.


ICE-O-LATOR

Questo procedimento è sicuramente il più moderno e complesso e sfrutta l’insolubilità in acqua dei principi attivi contenuti nella cannabis. Se usato da mani esperte permette di ottenere una resina pura, libera da sporcizia e impurità. Sono però necessari quantitativi discreti di materiale. Vi consigliamo quindi di utilizzare gli scarti della trimmatura nel caso in cui vogliate solo testare questo metodo, evitando così di rovinare l’intero raccolto.

Per iniziare avrete bisogno di:

  • Un contenitore abbastanza capiente con un coperchio. Il coperchio serve perché l’acqua non zampilli ovunque e dovrà essere bucato per inserire all’interno del secchio il frullatore.

  • Un frullatore o un trapano per mescolare la vernice. E’ sufficiente un utensile che ci permetta di mescolare il contenuto del recipiente, considerando che dovrete agitare il composto durante quasi tutto il processo.

  • Sacche micronizzate. Sono dei sacchetti che presentano una rete a maglia “fine” e sono il filtro che ci permetterà di separare la resina dal materiale vegetale o la resina fine da quella più grossolana. Generalmente si usano 3 reti. Le maglie devono essere sempre più fini e l’unità di misura che ne identifica lo spessore è il micron (µ).

  • Ghiaccio. Sufficiente a mantenere la temperatura dell’acqua al di sotto dei 4 gradi centigradi. Il procedimento richiede circa un’ ora e non dovrà mai superare i 4 gradi.

  • Termometro

  • Tappetini antiaderenti (gommati)

  • Cannabis! Mantenendola in freezer per circa un’ora agevolerete il distacco dei tricomi.

~ Passo 01

Riempite il contenitore con acqua ghiacciata ed inserite le reti partendo da quella con la maglia più fitta ( Il numero più piccolo espresso in micron ). Inseritele una dentro l’altra fissandole al bordo del secchio con una corda o uno spago verificando che siano completamente sommerse.

~ Passo 02

Posizionate all’interno il materiale vegetale precedentemente congelato e disponete il ghiaccio sulla superficie dell’acqua. Lasciate riposare per 10-15 minuti.

~ Passo 03

Prendete il frullatore e mescolate delicatamente il composto partendo dai lati e spostandovi gradualmente verso il centro del secchio. Smuovete per circa 5 minuti e lasciate riposare per altrettanti 5 minuti. Ripetete questo passaggio svariate volte in modo da ricavare tutta la resina disponibile.

~ Passo 04

Estraete il primo sacco micronizzato e lasciate colare tutta l’acqua sul sacco sottostante. Riemergete più volte fino a che tutta la resina non sarà scivolata nel secondo sacco ed eliminate il materiale vegetale ormai privo di principi attivi.

~ Passo 05

Usate lo stesso processo spiegato nel quarto passo per il secondo e il terzo sacco. All’ interno dei due sacchi troverete il vostro ice-o-lator non ancora pronto per l’utilizzo.

~ Passo 06

Disponete il prodotto finale umido sopra il tappetino antiaderente cercando di suddividerlo in piccoli blocchi , favorendone così l’essicatura.

Dopo circa una settimana potrete degustare un hashish di prima qualità.

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